Soffia, sibila, tuona persino. Tenta di spingerti a terra mentre cammini.
Non ho mai visto gli uccelli battere le ali qui, in qusti luoghi.
Cornacchie e rapaci sembrano tanti aquiloni trascinati dal vento come quei parapendii colorati che solcano il cielo di Forca di Presta e si spingono fin sulle creste del Redentore.
Agli uccelli qui non serve battere le ali, c’è abbastanza vento per lasciarsi trasportare senza effettuare nessun movimento.
Alcuni si oppongono alle correnti restando fermi sempre nello stesso punto, giocando con le correnti. Straordinario effetto!
Di consuetudine seguo spesso il sentiero che sale fino al rifugio Tito Zilioli posto a 2240 metri di quota, attraversando praterie di erba secca che il vento pettina formando delle onde in movimento. A maggio sono punteggiate di blu, quando le fioriture delle genziane sono al massimo.
1 - salire sul monte Vettore;
2 - scendere nella valle del lago;
3 - salire sulla cresta del Redentore.
I primi anni in cui passeggiavo tra questi monti ero attirato dalla massima elevazione del gruppo, il monte Vettore, ma con passare del tempo mi resi conto che non sempre il punto più alto di una montagna riservava le massime emozioni.
Percorrere la cresta del Redentore infatti, significava godere di tutte le espressioni di queste montagne, in particolare dei panorami.
Osservare dallo stretto filo di cresta il mirabile disegno del Pian Grande di Castelluccio dalle policrome geometrie, è qualcosa che ti scava dentro l'anima al di là di qualsiasi spettacolo.. Camminare sullo stretto filo di cresta equivale a volare.
Quando mi trovo quassù non ho nulla da invidiare al falco oppure alla poiana. Mi sento come uno di loro. La Natura mi tende la mano e mi abbraccia. Le montagne si lasciano scoprire mostrandomi il loro segreto. E da qui, guardando all'interno dell'altopiano si scopre facilmente...
Percorrere la cresta del Redentore infatti, significava godere di tutte le espressioni di queste montagne, in particolare dei panorami.
Osservare dallo stretto filo di cresta il mirabile disegno del Pian Grande di Castelluccio dalle policrome geometrie, è qualcosa che ti scava dentro l'anima al di là di qualsiasi spettacolo.. Camminare sullo stretto filo di cresta equivale a volare.
Quando mi trovo quassù non ho nulla da invidiare al falco oppure alla poiana. Mi sento come uno di loro. La Natura mi tende la mano e mi abbraccia. Le montagne si lasciano scoprire mostrandomi il loro segreto. E da qui, guardando all'interno dell'altopiano si scopre facilmente...
L’occhio di smeraldo.
Un occhio quasi sempre di ghiaccio ma che per pochi mesi si mostra con le più belle tonalità di azzurro, turchese e verde, a seconda dell'inclinazione solare.
E' il lago Pilato.
Incorniciato dalle stelle alpine appenniniche, protetto dalle immani pareti del Pizzo del Diavolo e del Vettore, quell’occhio verde-azzurro, attira come il canto delle sirene tutti gli escursionisti che si spingono fin lassù.
E' il lago Pilato.
Incorniciato dalle stelle alpine appenniniche, protetto dalle immani pareti del Pizzo del Diavolo e del Vettore, quell’occhio verde-azzurro, attira come il canto delle sirene tutti gli escursionisti che si spingono fin lassù.
Non a tutti però è dato di osservarlo. Sono in tanti coloro che partono anche da molto lontano, spinti dalla curiosità e dalla voglia di vivere un’esperienza unica ma in realtà pochi di loro riescono ad osservarlo a distanza e meno ancora a raggiungerlo.
La Sibilla non apre a tutti le porte del suo castello.
Può accadere infatti che lei, per qualche ragione a noi sconosciuta, ci respinga. Ed ecco allora che all’escursionista si presenta davanti agli occhi la più triste e grigia atmosfera che la montagna possa offrire. Mi è capitato soltanto una volta di giungere al lago e trovare un'atmosfera fredda, grigia e cupa, ed in effetti quel giorno non avevo l'animo sereno. Era come se lo spirito di quel magico sito stesse comunicando con me rispettando la circostanza. Davvero incredibile.
Da quella volta ho amato ancora di più quella sorta di cattedrale naturale. Un luogo dove continuerò sempre a tornare perchè mi attrae e in un certo senso mi chiama.
E' il richiamo della Sibilla.
Ci ritornerò tante altre volte da solo oppure con le persone che lo sanno apprezzare e soprattutto viverlo con gioia, animo sereno e con l'ingenuità di un bambino che ama scoprire le cose, come succede ogni volta a me.
aaaahhhhh :)
RispondiEliminaBellissime e condivisibilissime parole, per non parlare dei luoghi.
Uno dei più bei ricordi della vacanza che feci in quelle lande 4 anni fa, oltre che la salita al Gransasso con te e Teo, fu il tramonto sui Sibillini visto dal monte Veletta, sopra Castelluccio.. che brividi!
I Sibillini regalano sempre i brividi... e non parlo soltanto di vento freddo!! :-)
EliminaRicordo bene la gita sul Gran Sasso nel 2008. Proprio ieri guardavo quelle foto e ho avuto un po' di nostalgia.
GRAZIE ed a presto!
Che voglia di vedere questi meravigliosi posti!!!
RispondiEliminaTroppo belli!!!
Un giorno...
Un giorno... e io vi aspetterò, pargolo compreso!!! Ciao!
Elimina