lunedì 13 luglio 2015

4 vette per i monti Sibillini: Pizzo Berro, monte Priora, Pizzo Tre Vescovi e monte Acuto

04.07.2015

La consapevolezza di affrontare nuovi itinerari con cime mai viste prima, l’entusiasmo alle stelle per l’incontro con nuovi e vecchi amici, non da meno il lato conviviale che prevedeva due cene in rifugio sono soltanto alcuni elementi del ricco programma previsto per la nostra breve vacanza sui monti Sibillini.  
Interessanti e piacevoli anche le due ore di viaggio in cui abbiamo toccato alcuni borghi antichi di Umbria e Marche. Nel tardo pomeriggio giungiamo a Visso e successivamente nel piccolo villaggio di Ussita dove inizia la strada sterrata in ottime condizioni.che ci porta fino al rifugio del Fargno, a 1820 metri di quota. Qui entriamo e parliamo con il simpatico e disponibilissimo rifugista Andrea che ci indica un punto preciso in cui piazzare le nostre tende e approfittiamo anche per prenotare le due cene. 

Nel piccolo spazio erboso dove ci sistemiamo con le tende, c'è già un ospite con un mini camper. Si tratta di un anziano signore, con barba e capelli bianchi, un po' come il nonno di Heidi. 
Cammina aiutandosi con due bastoni. 
Il suo sguardo vivo trasmette saggezza come tutte le persone anziane ma anche molta energia. 

Da buoni vicini iniziamo a socializzare e dopo le prime battute, capiamo che è lui il professor Heinz Steinkotter, un vecchio alpinista invitato dallo staff del rifugio per la serata di proiezioni in cui sarebbero state visionate un centinaio di diapositive delle sue imprese su alcune delle montagne più note del mondo insieme ad altri personaggi del panorama alpinistico. 

Sarà stata la passione per la montagna che ci accomuna, oppure quel feeling che spesso nasce tra persone che non si conoscono e che ci permette di superare i primi ostacoli della non conoscenza, i nostri discorsi si fanno sempre più fluidi e alla fine dà il via ad una esilarante imitazione del celebre personaggio di Paolo Villaggio: Giandomenico Fracchia. 
A quel punto abbiamo iniziato a credere che da lì in avanti, sarebbe stato un susseguirsi di aneddoti più o meno comici visto che il personaggio in questione amava condire parecchio le sue storie con battute sottilmente ironiche. 

Prima della cena ci godiamo un bel tramonto nei pressi del rifugio, percorrendo un tratto del sentiero verso la forcella Angagnola, la via classica che porta in cima al pizzo Berro che avremo dovuto affrontare l'indomani.

Dopo una semplice cena con pietanze a base di squisite erbette locali, usciamo e aspettiamo il sorgere della luna quasi piena, che intorno alle 22,00 è spuntata dietro il Pizzo Tre Vescovi irradiando con la sua luce bianca tutti i monti circostanti e le poche nuvole presenti nella volta stellata. 
Uno spettacolo davvero sensazionale e suggestivo.  

Le recenti emozioni e la consapevolezza che ciò era soltanto l'antipasto di quello che avrei vissuto nelle successive due giornate mi hanno fatto passare una notte con gli occhi sbarrati fissando il telo della tenda illuminato dalla luna e contavo i minuti perché tutto questo avesse inizio. 

Non appena le prime luci del giorno iniziarono ad illuminare quel mio piccolo spazio in tenda, ho ceduto alla stanchezza assopendomi un po', quando il cinguettio di un uccellino a pochi centimetri da me, mi avverte che sto perdendomi una delle più belle albe di sempre.
 che illuminano le rocce del monte Bove, proprio di fronte al nostro campo base.

Esco dalla tenda e mi guardo intorno registrando con la mente ogni centimetro quadrato del magnifico ambiente ancora avvolto in una tenue luce vagamene rosa. Soltanto la parte più elevata della corona rocciosa del monte Bove, era illuminata da una fascia di luce rossastra che catturava lo sguardo. La valle in basso era ancora avvolta nell'ombra. 
Scatto qualche foto prima di iniziare a fare colazione con Caterina e il nostro vicino di tenda.

Alle 6,30 facciamo una breve colazione contemplando il paesaggio immerso nella tenue luce dell'alba, mentre anche il professore esce dal suo mini camper con un buonissimo caffè da bere tutti insieme. Naturalmente l'occasione è d'oro per raccontarci alcuni aneddoti della sua vita, come già aveva fatto la sera prima, conditi dalla sua consueta forte dose di ironia che ci fa iniziare la giornata con il sorriso sulle labbra.

Saremmo stati ore ad ascoltarlo ma ci attendeva una giornata  lunga, ed a malincuore lo salutiamo dandoci appuntamento per la serata in rifugio dove prima delle proiezioni si cenerà tutti insieme.

Iniziamo dunque la salita verso la prima delle quattro vette in programma, il Pizzo Berro, 2259 mt. una montagna dall’aspetto elegante e piramidale. 
Partendo dal rifugio del Fargno a quota 1820 mt. si superiamo la forcella Angagnola. 1925 mt. e da qui proseguiamo su un trato a mezza costa e poi su una bella cresta panoramica e in costante salita tra migliaia di fiori multicolori che sembrano fuochi d'artificio. L’ultimo tratto è abbastanza erto ma la bellezza dell’ambiente nonchè i superbi panorami in ogni direzione ci fanno dimenticare la fatica. 

Raggiungiamo la vetta dove ci riposiamo per una buona mezz'ora godendoci il paesaggio circostante e scattando qualche foto. Poi ripartiamo alla volta del monte Priora, la vetta più alta della giornata, a 2332 mt. che raggiungiamo dopo aver attraversato una lunga sella erbosa in un immenso ambiente prativo che ci ricorda la campagna scozzese. Dopo la sella, il terreno si impenna tra erba e rocce fino a raggiungere la vetta. Altra lunga sosta in vetta dove incontriamo due simpatici escursionisti con cui scambiamo impressioni e informazioni sui luoghi in cui ci troviamo. 

Dopo aver esplorato l'ampia vetta con interessanti affacci sulle sottostanti gole dell' Infernaccio, scendiamo di nuovo alla sella e risaliamo di poco su un comodi sentiero che sfiora un bel gruppo di stelle alpine appenniniche (Leontopodium nivalis) per portarci nuovamente alla forcella Angagnola. Da qui, ignoriamo il sentiero già percorso all'andata che prosegue dritto per il rifugio del Fargno e prendiamo quello a destra che risale l’evidente traccia che si snoda lungo il fianco del Pizzo Tre Vescovi. Qui, prima di affrontare la cresta sommitale, ci fermiamo a riposare in un accogliente angolo cosparso di rocce, che offrono un riparo dal sole e nello stesso tempo convogliano un venticello piacevole che ci ristora. Ci accomodiamo su un pezzetto di prato ricco di fiori in compagnia di simpatiche formiche un po' troppo vivaci, direi pure invasate, che incuriosite passeggiano su di noi. Cerchiamo di mangiare il nostro panino prima che ce lo mangino loro e poi proseguiamo per la vetta del Pizzo Tre Vescovi che ormai è prossima, la terza della giornata, dove campeggia una bella croce a 2092 metri di quota.  

Qui non ci soffermiamo molto, giusto il tempo di effettuare le foto di rito e poi via verso l’ultima vetta della giornata, il monte Acuto, vicino ma scomodissimo da risalire. Per raggiungere la sua vetta bisogna scendere dal Pizzo Tre Vescovi dal lato opposto rispetto alla salita, sfruttando un evidente sentierino che scende in una sella. Qui, in corrispondenza di una tabella, si sale a sinistra per un sentiero poco visibile per via dell'erba alta, fino alla vetta erbosa e piena di garofani selvatici di un bel colore rosso amaranto. Siamo a quota 2035 metri.

Come si dice in questi casi, stanchi ma felici, rientriamo al nostro campo base dove ci attende una serata molto interessante tra simpatici amici e le prelibatezze del rifugio.

Dati tecnici:
1000 c.ca metri di dislivello 

7 ore complessive comprese le soste
Q.ta massima 2332 metri
Q.a di partenza 1820 metri


Alba sul monte Bove


Pizzo Berro



Monte Priora e Pizzo Berro






 Vetta del Pizzo Berro, 2259 mt.











Croce di verta del monte Priora, 2332 mt.

Il monte Priora, 2332 mt.




Croce di vetta del Pizzo Tre Vescovi. 2092 mt.

Monte Acuto visto dal Pizzo Tre Vescovi

Monte Acuto, 2035 mt.

Il Pizzo re Vescovi, 2029 mt. visto dal monte Acuto, 2035 mt.



Il monte Bove, 2169 mt. al tramonto


io con il prof Heinz Steinkotter


Il nostro piccolo campo base


Crepuscolo sui monti Sibillini verso le colline dell'Umbria.
A destra il rifugio del Fargno, 1820 mt.