sabato 19 febbraio 2011

Monti Lucretili - salita al monte Pellecchia

Tra i boschi cristallizzati da una recente nevicata ci muoviamo leggeri quasi come se non osassimo violare la neve fresca e morbida che cede sotto i nostri passi.
I fumosi respiri si sovrappongono quasi a voler stringere un legame di fratellanza, perfezionando in un certo senso quell’amicizia che già ci unisce.


Si sale su, verso la vetta più alta dei monti Lucretili, verso quel monte Pellecchia ben visibile da Roma, tutto a contrafforti ondulati e lisci, che quando le neve li ricopre e poi si fonde sul lato al sole, sembra rivestito di candidi nastri verticali perfettamente allineati.


I rami sorreggono il loro bianco carico, si piegano, qualcuno tocca il terreno. C’è un’atmosfera magica tutt’intorno e noi ci muoviamo come dentro una fiaba. La nostra fiaba.
Raggiungiamo la vetta e stappiamo la solita bottiglia di spumante. E’ festa, domenica di carnevale. Ma per noi è sempre festa ogni volta che ci ritroviamo insieme…


E’ talmente bello il condividere tutto questo che curiosamente non riesco ad essere completamente felice. Ho paura. Più che paura è inquietudine. Può sembrare paradossale ma è così.
Immagino un giorno in cui tutto ciò debba all’improvviso finire. Possibe?
E’ un timore ancestrale. Succede sempre che più si ama qualcosa o qualcuno, più si ha paura che la vita ce lo porti via. Non vorrei che accadesse mai eppure accade. Accade sempre purtroppo.
L’aria fresca scaccia via ogni brutto pensiero. Piccoli fiocchi di neve iniziano a scendere lievi, radi, come se volessero distrarmi dai cattivi pensieri. Ci sono riusciti per fortuna…