E' quello che si nota per primo mentre passeggiamo o viaggiamo.
E' l'elemento più importante di un paesaggio, che salta all'occhio di chiunque, anche dei più distratti.
Fin da piccolo sono stato attratto dagli alberi.
Li osservavo nei boschi con la testa sempre rivolta all'insù, rapito dal loro fascino, immaginando quale effetto potevano avere magari piantati altrove ad esempio in un angolo della città, in un parco, nel mezzo di una rotatoria o in un giardino che non ne avesse uno.
Lo faccio anche adesso e persino con maggiore attenzione improvvisandomi
un arredatore o architetto dei giardini.
E' un "vizio" che non riesco a farmi passare... ma perchè poi divrei farmelo passare?
Magari lo avessero tutti! Sono sicuro che si eviterebbe di tagliare tanti alberi inutilmente.
Quando cammino sui miei sentieri in montagna vado alla ricerca dei grandi alberi.
I più belli li trovo sempre lontani dai boschi. La solitudine li rende perfetti e colossali.
Loro hanno bisogno di tanto spazio per allargare le loro membra verso l'infinito.
Sotto la cupola verde di un grande albero mi sento più protetto ma non soltanto. Sono consapevole che in quello spazio occupato dall'albero si sviluppano decine di forme di vita diverse. E' un microcosmo di profumi, colori, suoni e vita.
L'odore del muschio, della terra, dei fiori, del legno agisce meglio di una terapia anti stress.
Nella solennità di un bosco secolare ogni cosa assume un significato diverso. I secoli sono racchiusi all'interno dei tronchi come in una scatola magica che nessuno ancora ha saputo aprire e leggere.
Loro traggono nutrimento dalla terra. Hanno l'incredibile capacità di trasformare i minerali in sostanze vive come le foglie. Chi altro essere vivente può farlo?
le colonne che reggono il cielo
Grandi colonne che sorreggete il cielo,
sono qui davanti a voi e vi ascolto.
sono qui davanti a voi e vi ascolto.
Raccontatemi la storia del bosco e dei prati,
delle notti di tempesta,
delle bufere,
della neve e del vento,
dello schianto del fulmine,
degli arcobaleni.
delle notti di tempesta,
delle bufere,
della neve e del vento,
dello schianto del fulmine,
degli arcobaleni.
Patriarchi del bosco,
raccontatemi le storie di banditi e viandanti che qui hanno trovato riparo
di amanti fuggiti, di sussurri e carezze,
di feroci assassini e stanchi pastori.
Voi, silenziose creature nel silenzio,
nei secoli ad assorbire l’essenza della vita
per raccontarla a chi la sa ascoltare.
raccontatemi le storie di banditi e viandanti che qui hanno trovato riparo
di amanti fuggiti, di sussurri e carezze,
di feroci assassini e stanchi pastori.
Voi, silenziose creature nel silenzio,
nei secoli ad assorbire l’essenza della vita
per raccontarla a chi la sa ascoltare.
fabrizio di meo