lunedì 1 agosto 2011

Le Fiamme di Pietra


E' l'alba del 31 luglio 2011 
E' ancora presto...  credo le 5,30 o poco più.

Mentre la luce del giorno inizia ad impattare sul Gran Sasso, il mio sguardo si posa su ogni dettaglio di quelle straordinarie rocce. Percorro con gli occhi tutta quella parete, mi soffermo tra le singole pieghe e sui balzi rocciosi che divetano sempre più rossi ad ogni minuto.

In attesa che gli altri compagni d'avventura escano fuori dal rifugio dopo una notte quasi insonne, io resto là sulla terrazza a gustarmi l'aria fredda in una luce mai vista prima.

Sono uscito per primo.
Volevo essere là, pronto a raccogliere i primi raggi del sole.
Guardo verso il mare.
Da quassù si vede bene la linea di costa che si schiarisce all'alba.

Con gli occhi insabbiati di chi ha dormito soltanto mezz'ora, mi volto di nuovo verso quella parete rocciosa.
Mi soffermo verso un punto in particolare.
"Quelle si chiamano Fiamme di Pietra" - penso io.
Non è difficile capire il motivo.
E' un nome giusto.

La Natura ha modellato e bloccato quel fuoco sulle rocce quasi come se volesse mostrare nei secoli l'emblema di qualcosa di bello e irripetibile.
Anche per me quella giornata è stata la conclusione di un ciclo straordinario, le cui immagini resteranno per sempre stampate nella mia mente, pietrificate come quelle rocce.  


domenica 31 luglio 2011

Nasce un nuovo giorno

Nasce un nuovo giorno.

Dalla terrazza del rifugio Franchetti sul Gran Sasso d'Italia, la luce irrompe da est e tinge il cielo con tinte pastellate. Con gli occhi puntati verso quella luce crescente, ripenso a tutte le emozioni vissute negli ultimi tre anni con i miei amici della montagna.

Inizia un nuovo giorno, lo vedo nascere gradualmente e mi carico di energia.
Avrò dormito soltanto mezz'ora ma non sento la stanchezza. L'immagine che ho davanti a me non permette al sonno e alla stanchezza di impossessarsi di me. Non c'è tempo per pensare a questo. Devo vivere ogni attimo di questa esperienza cogliendo i particolari, centellinando a piccole dosi tutto ciò che la Natura mi permette di cogliere.

Inizia un nuovo giorno e si chiude una bella parentesi della mia vita.
Ognuno da adesso in avanti andrà per la propria strada, sempre avanti, come su un sentiero di montagna, impervio, difficile... e chissà se all'arrivo sarà valsa la pena di procedere.


sabato 19 febbraio 2011

Monti Lucretili - salita al monte Pellecchia

Tra i boschi cristallizzati da una recente nevicata ci muoviamo leggeri quasi come se non osassimo violare la neve fresca e morbida che cede sotto i nostri passi.
I fumosi respiri si sovrappongono quasi a voler stringere un legame di fratellanza, perfezionando in un certo senso quell’amicizia che già ci unisce.


Si sale su, verso la vetta più alta dei monti Lucretili, verso quel monte Pellecchia ben visibile da Roma, tutto a contrafforti ondulati e lisci, che quando le neve li ricopre e poi si fonde sul lato al sole, sembra rivestito di candidi nastri verticali perfettamente allineati.


I rami sorreggono il loro bianco carico, si piegano, qualcuno tocca il terreno. C’è un’atmosfera magica tutt’intorno e noi ci muoviamo come dentro una fiaba. La nostra fiaba.
Raggiungiamo la vetta e stappiamo la solita bottiglia di spumante. E’ festa, domenica di carnevale. Ma per noi è sempre festa ogni volta che ci ritroviamo insieme…


E’ talmente bello il condividere tutto questo che curiosamente non riesco ad essere completamente felice. Ho paura. Più che paura è inquietudine. Può sembrare paradossale ma è così.
Immagino un giorno in cui tutto ciò debba all’improvviso finire. Possibe?
E’ un timore ancestrale. Succede sempre che più si ama qualcosa o qualcuno, più si ha paura che la vita ce lo porti via. Non vorrei che accadesse mai eppure accade. Accade sempre purtroppo.
L’aria fresca scaccia via ogni brutto pensiero. Piccoli fiocchi di neve iniziano a scendere lievi, radi, come se volessero distrarmi dai cattivi pensieri. Ci sono riusciti per fortuna…