A volte è strano il destino. Per la seconda volta in poco più di un anno mi sono ritrovato su una straordinaria montagna che per
tanti anni avevo desiderato conoscere da vicino ma che invece mi era sempre
stata negata per diversi motivi.
Così, dopo la straordinaria traversata di una parte della cresta del del Sirente effettuata a giugno del 2014 con l’amico Alessandro (Alexmoscow), questa
volta mi ritrovo ancora qui, in compagnia della fidata amica Caterina, in una giornata di metà autunno, luminosa
ma fredda.
La brina ricopriva i pratoni
del Sirente con un velo bianco, nella scarsa luce grigia di un sole non ancora
sorto.
Parcheggiamo accanto allo chalet e ci infiliamo nella fitta faggeta, rivestita con i caldi toni dell’autunno e fin dai primi passi mi sono abbandonato al ricordo
dell’emozione che provai sedici mesi prima, quando il sole dell’estate gettava
i suoi raggi obliqui sul fitto letto di foglie che ricopriva il sentiero.
Dentro quei raggi d’argento si muovevano lentamente piccole creature lucenti,
granelli di polvere e polline che catturavano il sole ruotando, danzando e
cadendo piano, come un leggero nevischio.
Era come muovere i primi passi all’interno di una foresta uscita
fuori dalla fantasia di uno scrittore di favole, e noi eravamo i
protagonisti.
Con questi pensieri, percorriamo il bosco in ripida salita badando
bene a non perdere i segni bianchi e rossi dipinti sui tronchi e sui massi,
soprattutto in corrispondenza dei quattro incroci che si devono superare nella
parte iniziale del percorso.
All’uscita del bosco, una piccola radura ci svela uno degli
emblemi più noti del Parco Velino/Sirente, la Neviera, un’immagine pulita e
stupefacente, una dimostrazione della bellezza che l’Appennino offre nei suoi
numerosi aspetti dolomitici.
Da qui in poi, liberi dalla cortina vegetale del bosco, iniziamo a goderci i panorami ad ampio raggio verso est fino ai lontani profili del Gran Sasso e della Majella. Inizia anche lo stretto rapporto visivo e spesso anche fisico con le magnifiche rocce che caratterizzano il versante orientale del Sirente.
Si entra nella selvaggia e solitaria val Lupara che si risale leggermente fino ad un certo punto, per poi attraversarla su un evidente
sentiero tra erba bassa e ghiaie, fino a raggiungere il lato opposto, chiuso da un cordone roccioso che la separa
dalla valle Inserrata (Canalone Majori).
Il sentiero si sviluppa per un lungo tratto proprio a breve distanza dalle rocce che precipitano nella valle Inserrata permettendo vertiginosi affacci sull'intera struttura del canale. Si percepisce facilmente la sensazione di essere sospesi su un mondo di rocce dove il fiato a tratti si ferma e la mente
si appaga su visioni che ogni parola non è capace di descrivere mai abbastanza.
Dopo un paio di brevi cenge e un passaggio finale su divertenti roccette,
giungiamo al punto finale della salita indicato da un paletto posto sul bordo
della cresta. Da questo punto si svela tutto l’altopiano erboso che come un’immensa
tavola inclinata color giallo-ocra scende dolcemente e senza ostacoli verso
occidente, sottolineando l'aspetto totalmente diverso rispetto al versante opposto.
Percorriamo un tratto di cresta mantenendoci sulla quota dei 2300 metri e poco distanti
dal bordo che scende a precipizio sui canali orientali e che lascia intravedere a tratti gli straordinari balzi rocciosi e le
tormentate giogaie che scendono a precipizio fino al fitto manto boschivo.
In breve si giunge alla vetta del Sirente,
2348 mt.
Dopo la consueta sosta pranzo si ripartire proseguendo in cresta verso la
piramide di rocce che appare di fronte a noi, traguardo finale della nostra escursione. Punta Macerola, 2258 mt.
Da qui torniamo indietro mantenendoci a mezza costa sul
pietroso versante occidentale del Sirente giungendo al paletto che indica
l’inizio del sentiero che ci riporta giù lungo la val Lupara ripercorrendo la
via dell’andata.
Se il buon tempo si vede dal mattino, quest'alba sembra accoglierci davvero in grande stile.
I pratoni del Sirente
La Neviera del Sirente
All'uscita dal bosco, l'orizzonte si svela fino ai profili lontani della Majella...
Si attraversa la val Lupara
L'affaccio sulla valle Inserrata (Canale Majori)
Punta Macerola, 2258 mt.
Il laghetto del Sirente osservato dalla vetta di Punta Macerola
A coronamento di una giornata perfetta, ci accoglie un suggestivo tramonto che infuoca il profilo del monte Velino, così come si vede dall'autostrada.